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Terapie per il vaginismo: rilassare i muscoli che circondano la vagina

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Terapie per il vaginismo: rilassare i muscoli che circondano la vagina

Non è possibile distinguere con precisioni le cause fisiche da quelle psicologiche, quando si parla di vaginismo. Certo è che questa involontaria contrazione dei muscoli che circondano la vagina, presenta un insieme di sintomi neuromuscolari che, unito a stati ansiosi, rende difficile avere rapporti sessuali. Non si tratta però di una patologica cronica con la quali si è costretti a convivere, ma esistono trattamenti e terapie per il vaginismo.

Il pavimento pelvico (la struttura che sostiene utero, retto e vescia) presenta un fitto intreccio di fibre muscolari, robuste e resistenti, abituato a mantenere una contrazione costante. Nel caso del vaginismo, i muscoli del piano perineale, subiscono una contrazione violenta ed involontaria. Questa condizione, che si manifesta a diverse intensità, provoca dolori duranti i rapporti sessuali, causa microtraumatismi, o rende del tutto impossibile la penetrazione, dal momento che l’introito vaginale rimane serrato.

Le terapie per il vaginismo mirano proprio al rilassamento dei muscoli intorno alla vagina. Innanzitutto è bene che la donna conosca al meglio le funzioni del pavimento pelvico e che impari a rilassarne le fasce muscolari, attraverso esercizi di stretching e focalizzazione. È possibile intervenire in questa zona anche con l’elettrostimolazione, per mezzo di apparecchiature medicali non invasive, che distendono i muscoli interessati.  Accanto a queste procedure, è possibile intraprendere anche un percorso di cure farmacologiche per ridurre  ulteriormente l’ipertono muscolare, ma anche per modulare le basi biologiche della fobia e dell’ansia.

Si tratta in sostanza di una condizione che prevede  diverse tipologie di cure, a seconda dell’intensità con cui si manifesta. Sulla base della prognosi, il medico stabilisce quali sono le terapie per il vaginismo più indicate per la singola paziente. Va però specificato che non prevede il ricorso ad interventi chirurgici, se non nel caso di un imene rigido e fibroso che crei una vera e propria barriera meccanica. In questo caso è possibile procedere con un’incisione nella zona indicata.

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